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Asterischi, virgole e altri glifi

Glifo, quinta parola di Basic Days (dopo progetto, tondo, domande e dettagli), è la forma, il design o la rappresentazione specifica di un carattere. Può trattarsi di una lettera, una lettera accentata, una legatura, un segno di punteggiatura. 

I glifi sono gli elementi di base della comunicazione scritta. Sono i simboli che costruiscono il nostro linguaggio – il corredo del tipografo e l’artefatto grafico del disegnatore di caratteri.

Lo scrive Anna Davies nell’introduzione di Glyph*, un delizioso volumetto di 98 pagine, pubblicato nell’ottobre 2015 da un piccolo editore inglese, Cicada Books.

Progettato e curato da Shiro Nishimoto e Adriana Caneva di Off–White, studio di design italo-inglese, Glyph* è un libro piccolo e essenziale, molto curato sia nei testi che nel design, che ci racconta l’origine e la storia di alcuni simboli tipografici in genere poco celebrati: punti esclamativi, virgole, parentesi graffe, asterischi e altri ancora. Le due pagine affiancate sono divise in tre parti visive: spazio bianco, testo e glifi. I titoli e le tabelle in arancione fluo rafforzano questa composizione e la presenza di colori brillanti si abbina alla dolce bizzarria dei aneddoti descritti.

In questa raccolta troviamo tutto quello che concerne l’evoluzione di questi segni silenziosi, spesso dimenticati, ma non per questo poco importanti. L’autrice ha costruito dei veri e propri ritratti di tutti quei glifi che strutturano il ritmo del discorso e organizzano il significato del testo in frasi coerenti. Senza di essi, le parole risulterebbero allineate in un mucchio indistinto di segni.

Si parte dai segni di punteggiatura classici come virgola e punto, passando per il pubblicitario interrobang, senza dimenticare il trittico delle lineette a me tanto caro: segno meno, trattino corto e lineetta lunga – di cui ho già parlato in questo post. Nel secondo capitolo troviamo la storia dell’elegante ampersand (&) e di altri glifi che connotano lo spazio del testo. Nel terzo e quarto capitolo scopriamo i segreti di alcuni simboli molto diffusi grazie alla comunicazione digitale come la chiocciola (@) e l’hashtag (#).

Leggendo questo libro ho scoperto che un glifo come l’asterisco ha un’origine etimologica molto poetica, deriva dal greco, asteriskos, e significa ‘piccola stella’. La sua forma originale è costituita da sette elementi a forma di goccia, disposti circolarmente attorno ad un centro. Nacque per indicare la presenza di materiale supplementare a corredo del testo e ha assunto poi nel tempo ulteriori connotazioni come la censura (‘oh s***!’) o l’enfasi (*grassetto*).

Ora so che un punto esclamativo è anche chiamato “punto ammirativo” e potrebbe derivare da io, la parola latina per gioia. Scrivi “I” e “O” verticalmente e cosa ottieni? Stupendo!

La comunicazione visiva è il mondo che abito da 15 anni. Ogni giorno lo esploro con passione e curiosità, ricercando lo stile perfetto per la tua immagine o per raccontare la tua azienda.

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