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Pagine mastro, l’arte del layout

Da for-ma a ma-ster, eccoci ad un nuovo articolo di Basic Days. Con questo passaggio, facciamo un salto dal mondo della configurazione a quello della struttura. Parleremo quindi di che cos’è una pagina mastro e della sua utilità all’interno di un elaborato stampato o digitale. A partire da questa premessa esploreremo anche la potenzialità delle griglie, amiche fidate di ogni progettista.

Ma andiamo con ordine. 

Pagine mastro, cosa sono?

La pagina mastro è uno strumento presente in molti programmi di impaginazione come Adobe Indesign o in altre applicazioni di editing testuale o elaborazione grafica. Grazie a questo tool possiamo creare una pagina modello, simile a uno schema o a un template, contenente le indicazioni di struttura o gli elementi grafici che desideriamo replicare nelle altre pagine del documento.

All’interno del file gli oggetti provenienti dalla pagina mastro saranno identificati da un bordo punteggiato e tutte modifiche apportate allo schema verranno applicate automaticamente alle pagine associate. Comodo vero? 

Bene, ora vediamo nel dettaglio quando è opportuno utilizzarle nei nostri progetti.

Master pages, quando usarle?

Dovresti usare le pagine mastro quando:

  • Uno o più elementi si ripetono in molte pagine del tuo documento, come il logo, i numeri di pagina, le intestazioni o i piè di pagina.
  • Il tuo progetto è piuttosto complesso e contiene diverse alternative di layout: gabbie a due o piú colonne, aperture di capitolo, raccolte di immagini e così via. In questo caso la mastro può contenere cornici di testo o di immagini vuote, che fungono da segnaposto nelle pagine del documento. 
  • Per preparare rapidamente nuovi documenti come styleguide o librerie da condividere: in questo caso puoi salvare un set di pagine principali nelle mastro e creare un modello che contiene specifiche librerie con stili di carattere e paragrafo, palette di colori o altri oggetti predefiniti.

Mastro in Indesign

L’opzione mastro in Indesign si trova nella parte superiore del pannello Pagine, è denominata di default con la lettera “A – principale”. Facendo doppio clic sull’icona del documento puoi modificarla per realizzare il template grafico che desideri. 

Solitamente all’interno di una pagina principale è molto comodo utilizzare le griglie per suddividere lo spazio in aree di impaginazione predefinite, creando così una composizione grafica gerarchicamente coerente, esteticamente piacevole, leggibile e ben strutturata. Ma ora vediamo più nel dettaglio che cosa sono le griglie, quali tipologie esistono e di quali elementi sono composte.

Che cos’è una griglia di impaginazione 

La griglia è un reticolato di linee verticali e orizzontali a cui possiamo ancorare i contenuti della pagina: titoli, sottotitoli, aree di testo e paragrafi, immagini, note, numeri di pagina.

Le griglie ci aiutano anche a gestire le proporzioni tra gli elementi, a mantenere gli allineamenti e a disporre gli oggetti della pagina secondo criteri funzionali o estetici rispettando il senso di lettura e le gerarchie visive. Possono essere realizzate trascinando sulla pagina delle guide o attraverso ripartizioni automatiche di quadretti o linee di base. 

Ma di cosa è composta una griglia di impaginazione? Vediamo insieme tutti gli elementi fondamentali che la costituiscono, tenendo presente che non tutti gli elementi elencati si trovano in ogni tipo di griglia.

Gli elementi della griglia

Il formato – è la misura dell’area bidimensionale occupata dal nostro documento. Nei progetti destinati alla stampa solitamente si misura in millimetri, centimetri o punti mentre nei formati digitali, il rapporto di altezza e larghezza, si esprime in pixel.

I margini – superiore, inferiore e laterale – sono una cornice che divide il contenuto dal bordo esterno del documento.

Le linee di base – sono suddivisioni orizzontali delle pagina. Solitamente corrispondono all’interlinea tipografica del testo corrente.

I moduli – sono le singole unità in cui è suddiviso il layout.

Colonne – sono elementi verticali che ripartiscono lo spazio.

Lo spazio tra le colonne – è la distanza che separa una colonna dall’altra all’interno della nostra gabbia di impaginazione. 

Le griglie di impaginazione

Ora che abbiamo visto tutti gli elementi costitutivi di una griglia, scopriamone alcune tipologie.

Griglie basate su una colonna

È la griglia tipica del libro classico, costituita da un’unica colonna. Esistono vari metodi geometrici per ottenere una distribuzione armonica dei margini. Nel canone di Van der Graaf per esempio, il margine interno equivale ad un nono della larghezza della pagina, quello esterno a due noni, quello superiore a un nono dell’altezza della pagina e quella inferiore a due noni, in questo modo 2:3:4:6 (interno:superiore:esterno:inferiore).

Griglie basate su più colonne

Sono tipiche delle riviste, company profile o siti web. Il contenuto risulta distribuito e leggibile.

Griglia basata sulle linee di base

Questa griglia è definita dall’altezza della riga di testo, è adatta a impaginazioni con molto contenuto testuale.

Griglie modulari

Sono simili ad una scacchiera, permettono di realizzare un layout ben fatto in poco tempo.

Complex grid: formato e interlinea

Questa griglia è definita dall’altezza della riga di testo e da una suddivisione del formato in sottomultipli. Offre grande flessibilità e maggior controllo dell’impaginazione nel caso di contenuti diversificati.

Eccoci arrivati alla conclusione di questo articolo di Basic Days dove abbiamo ricordato le potenzialità di master e griglie. Quale sarà la parola del prossimo articolo? Inizia per mast-er? Er—-? Scrivi le tue ipotesi nei commenti!

La comunicazione visiva è il mondo che abito da 15 anni. Ogni giorno lo esploro con passione e curiosità, ricercando lo stile perfetto per la tua immagine o per raccontare la tua azienda.

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